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372 capitolo sesto.

giorni da lei, le mostrava tale simpatia da potersi dire affezione, ne ricercava la confidenza, si era amicata i bambini, s’intratteneva volentieri col signor Cerri di agricoltura e di politica, si compiaceva visibilmente di un ambiente nuovo per lei, semplice nella larghezza degli agi, gaio dentro le frontiere severamente custodite della morale e dell’ortodossia cattolica, cristiano e moderno. La giovine signora non intendeva quanto potesse ella stessa sull’animo di Jeanne Dessalle con il suo alto candore rilucente nella dolcezza dell’aspetto, con la sua religiosità penetrante in tutti gli atti della vita, pura di piccinerie ascetiche e di piccinerie morali. Era lieta e quasi sorpresa della serietà, delle buone inclinazioni, dei sentimenti elevati che veniva scoprendo in lei. Non le pareva possibile, nella sua rettitudine, nella sua inesperienza delle cose umane, che una persona impigliata in relazioni colpevoli mostrasse tanta bontà; e fantasticava di un pentimento dell’amica, di una rottura già successa. Perciò quando vide Maironi alle spalle di Jeanne non potè nascondere il proprio turbamento doloroso.

Jeanne aveva negli occhi quella luce indicibile che la presenza dell’amato vi metteva sempre.

“Certo„, diss’ella, prima di mettere il piede sull’entrata del Covile, “certo che la giustizia è un’opinione! Chi è l’avversario di mio fratello?„