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vena di fonte alta. | 369 |
approvando la chiusa del discorso Bassanelli e deplorando in cuor suo l’esordio, che già nel paese degli abiti neri una punta di putrido c’era sempre nell’aria. Allora Carlino ribattè che si doveva dire molto maturo invece di putrido e che questo odore di avanzata maturità non era un difetto ma una squisitezza perchè conteneva in sè l’idea della perfezione più che perfetta. Perciò gli faceva molto piacere di apprendere dal signor notaio che fra l’aria di Vena e l’aria della città, riguardo a certi odori, non ci fosse differenza. “A pian, a pian!„ esclamò il notaio. E subito la signora invocò il poeta. Che ne pensava il poeta?
Il poeta, che solo appariva tale nella zazzera e nella cravatta male composte, che si chiudeva, quando la gente pareva curarsi poco di lui, in accigliati silenzi e invece quando gli si mostrava deferente sfrenava subito la sua parola incomposta quanto la cravatta e la zazzera, cominciava a rodersi che nessuno lo introducesse ossequiosamente nella discussione; percui lodò molto in cuor suo la intelligenza superiore della signora Cerri e prese le parti di lei con tutto il fervore delle sue opinioni e del suo irritabile amor proprio, mescolati insieme, spumanti. Mediocre artista, si diceva piccolo a parole, si teneva grande nel cuore. Gli pareva esser male apprezzato nel paese degli abiti