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vena di fonte alta. 357

bandono, con tale generoso impeto che in quel momento io mi sentii umiliato davanti a Dio di accettare da Lei parole riverenti. Pensi quindi la creatura desolata che, non lontana da Lei, soffre nel suo cuore materno più di quanto il mondo veda e creda o possa mai credere. La pensi ora se mai qualche volta l’avesse, non del tutto involontariamente, dimenticata. Pensi quanto Ella è pur troppo sola nel suo dolore immenso nè dubiti che labbra crudeli non Le sussurrino continuamente crudeli parole, non Le parlino di amare offese alla sua diletta infelice. Pensi finalmente che la silenziosa preghiera mi viene da lei, e altro ad aprire il vaso chiuso, a leggere il messaggio ascoso non Le bisogna. Prossimo al sepolcro, io sento con tremore e speranza venirmi incontro anime care e sante che partirono prima di me. Stamani all’altare pregai la Divina Misericordia che mi concedesse di partire alla mia volta con un altro messaggio, con un messaggio dolcissimo per due di quelle anime ascose in Dio, per due anime che nel loro cammino terreno santificarono a Lei, caro amico, una simile casa fra due cipressi, in riva ad acque solitarie, accanto a una povera chiesina che neppure io so dimenticare.

Suo D. Giuseppe Flores.