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vena di fonte alta. 345

dottore, pensando essere tra sconosciuti, entrerebbe in argomento senza riguardi e fu per presentarlo a Jeanne o per rivolgerle la parola; ma poi non lo fece. Il dottore, non udendosi interrogare, si guardò attorno e solo quando il treno si mosse, disse sotto voce:

“Qualche piccola novità; non buona„.

Piero rispose, pure sotto voce:

“Parleremo„.

Gli occhi suoi e quelli di Jeanne s’incontrarono, s’interrogarono, si sfuggirono. Alla prossima stazione il medico e Maironi scesero, si perdettero nel viavai della gente, Maironi ritornò alla carrozza cinque minuti prima che il treno ripartisse. Jeanne era sola, ora. Aveva mutato posto, si era seduta nell’angolo di destra, con le spalle alla locomotiva, per la stessa ragione che le aveva consigliato di prolungare il suo viaggio fino a Venezia, per non essere veduta, possibilmente, quando egli, forse atteso da qualcuno, discenderebbe a sinistra. Era un riguardo per lui, nuovo, tristemente nuovo.

“Venga venga venga„, diss’ella, piano. E quando Piero le sedette accanto gli piegò la fronte sur una spalla, gli prese una mano, se la strinse al petto, dimenticando adesso, secondo la propria natura, ogni cautela, rispondendo alle prudenti rimostranze di lui con voce piena d’affanno e di lagrime: