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344 | capitolo sesto. |
forma, gli strinse il cuore. Ella era bellissima nel suo abito di crêpe crème, guernito di velluto nero, col suo cappello Rembrandt a piume nere, con i guanti neri e due larghi cerchi d’oro liscio ai polsi. L’umido fuoco dolce de’ grandi occhi aveva una mestizia implorante, e se il braccio si scostava timido da un lieve contatto col braccio di lui, era con un visibile palpito del seno, con un commento di soavità infinita. Quando ella, nelle tenebre, gli prese e gli baciò il polso, se ne sfiorò gli occhi umidi, egli non ne provò alcuna dolcezza voluttuosa, ma piuttosto una tenerezza riverente. Chi lo avrebbe amato di un amore tanto umile e grande? Non era esso degno di riverenza quanto ogni altra cosa al mondo? E che succederebbe s’ella ora gli dicesse: “Non sono più scettica, mi sono convertita agli ideali tuoi, ne ardo come te, e, nonchè impedirti nell’azione, ti resisterei se tu posponessi il tuo dovere all’amore?„
Alla stazione di ..... che precede di pochi minuti quella dove Piero aveva dato convegno al medico, il viaggiatore seduto dirimpetto a Jeanne discese e Piero si alzò per chiudere lo sportello.
Il medico era lì, lo vide, salì nella carrozza, sedette a fianco di lui che, per non parere accompagnar la signora, aveva preso il posto rimasto libero. Subito venne in mente a Piero che forse il