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vena di fonte alta. | 341 |
vita e del suo fine; che in lui, sciolto da vincoli di dogmi e di Chiese, ma interamente sacro a una causa di giustizia, il sangue di suo padre si sarebbe alfine pacificato; molto più se sapesse prendere certa risoluzione coraggiosa, compiere certo grande sacrificio alla giustizia di cui aveva trovato, e non riferito a Jeanne, la ragione e la proposta nel portafogli. Ma quando anche Jeanne, da lontano, gli avesse letto nell’animo questa vittoriosa riscossa dell’elemento razionale sul mistico, non ci sarebbe stato, per lei, da rallegrarsene molto. Poteva il suo amore accordarsi con i doveri di un apostolato sociale quale Piero lo concepiva? Non era da sacrificare questa debole passione per una donna che non sapeva comprendere la grandezza, la bellezza della sua idea? Non ne sarebbe pure contenta sua madre, se sapesse? Doveva essere austera, sua madre, doveva essere inesorabile per chi, cedendo alla passione, rompe, anche solo momentaneamente, una fede giurata e stringe legami non confessabili, legami che non si coprono senza mentire.
Seduto, nel pomeriggio del venerdì, sul muricciuolo dell’orto fra le rose piantate da suo padre, che gli parevano tanto più soavemente spirituali di quelle voluttuose e orgogliose di Villa Diedo, egli stava pensando che, se Jeanne non gli avesse