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322 | capitolo quinto. |
Il dottor Pinton non era di questo parere. Secondo lui, appunto per il dubbio che i nuovi sentimenti di Maironi non fossero solidi e duraturi, conveniva prenderlo subito e legarlo. Prenderlo e legarlo, anche per impedire che lo prendessero i socialisti. A lui constava che Maironi aveva tenuto discorsi molto sospetti, che quel pericolo c’era, che il maggior freno era per Maironi una certa aristocrazia d’ingegno, di cultura e di camicia pulita. Bisognava legarlo! I due non si poterono accordare e alzarono la voce per modo che il terzo, l’avvocato Bonato, dovette ammonirli, per prudenza. Qualcuno si affacciò in quel punto al terrazzo del salottino, chiamò: “cavaliere!„ Tutti e tre gl’interlocutori si mossero a un tempo. In fatto si voleva il più giovane, il cavaliere Moretti, per una coppia di lanciers che mancava.
“Tu non sai„, disse il cavaliere Pinton al cavaliere Bonato, appena uscito il cavaliere Moretti, “perchè si riscaldava! Quaiotto deve aver detto che se i liberali non portano Maironi, i clericali non combatteranno Moretti. Altrimenti lo combatteranno a oltranza, e Moretti... insomma... ha paura„.
L’avvocato Bonato sapeva perfettamente che il dottor Pinton alla sua volta era malcontento di Moretti, membro della Commissione direttiva del-