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numina, non nomina | 319 |
Proprio in quel momento il maestro Bragozzo e una giovine signora sua allieva, due pure cellule sane di quel mobile tessuto umano, si confidavano certi loro ingenui comuni moti religiosi e morali dell’animo. Il maestro era beato di non vedere “quell’amigo„ ch’egli come buon cristiano, come buon marito e come buon clericale, non poteva soffrire.
“Me par de respirar„, diceva.
E la giovane signora, tutta fremente di speranze sante:
“Crede, maestro, che ci sia un principio di rottura?„
“Mi no so gnente. So che stasera no se sente quel solito odorin de pastizzo vecio che a mi me rebalta el stomego. Ghe xe un prete cole braghe, ghe xe tre o quatro vergognose de signore che a meterghe un piè su la coa intanto che le camina se ghe tira zo tuto, ma basta!„ La giovane signora sorrise.
“Crede proprio, maestro, che qui non ci siano altri pasticcetti stasera?„
“Ghe ne sarà, ma i xe in credenza, e quell’altro, invece, el saria in tavola„.
Il maestro concluse che non vedeva l’ora di essere a casa sua dove non c’erano pasticci nè in tavola nè in credenza e dove le sue donne,