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numina, non nomina 313

quanto, aveva risposto con un tortuoso viluppo di frasi mal connesse, volendo far intendere che per effetto di certe trattative i Dessalle conoscevano la solidità della sua posizione economica e avrebbero potuto attestarne.

“È vero?„ chiese donna Laura. Jeanne credeva infatti che suo fratello fosse stato richiesto di un grosso mutuo, che la cauzione offerta fosse non larga ma sufficiente, che l’affare avesse naufragato per il saggio dell’interesse.

“Ecco„, disse donna Laura, “egli vorrebbe che io inducessi il ministro a chiedere informazioni, circa questo punto, al Prefetto o che al Prefetto ne parlaste voi. Del resto„, soggiunse, “capisci bene che io non ci tengo. Io tengo alla elezione di Brescia„.

Jeanne non rispose. L’altra sentì il gelo di quel silenzio e il pregio del momento fugace.

“Scusa„, diss’ella, “parliamo un poco. Non voglio entrare nelle tue faccende, ma insomma credo che dovresti aiutarmi„.

“Ancora?„

“Sì, ancora. Questa volta si fa conoscere nel collegio lavorando per un altro; un’altra volta lavorerà per sè. E lo aiuteremo„.

Questo parlare senza riguardi e il tono di protezione irritarono Jeanne.