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306 | capitolo quinto. |
di riuscirgli sgradita, tutta dentro si rammollì di pianto e lasciò la finestra.
Nel voltarsi vide Bassanelli fermo davanti a lei. “Sono indiscreto?„ diss’egli. “Ho pensato che forse questa sera avrete tempo e orecchi anche per gli amici. Vorrei dirvi una parola„.
Jeanne non si sdegnò dell’allusione all’assenza di Maironi, avvezza com’era da un pezzo alle punture gelose del povero Bassanelli, per il quale aveva molta stima e anche amicizia.
“E la mia società?„ diss’ella.
“Ci pensa Bragozzo„, rispose Bassanelli. “Sentite; ieri l’altro, a Venezia, ho veduto vostro marito„.
Jeanne ebbe un sussulto di appassionato disprezzo. “Ebbene!„ diss’ella. “Che me ne importa?„
Bassanelli non pretendeva che le ne importasse molto, ma in fin dei conti l’uomo gli aveva fatto pietà. Era in pessime condizioni di salute, pareva mutato, conscio delle sue abbiezioni passate, soffriva, soffriva molto, anche di certe voci arrivate sino a lui.
“Di quali voci?„
“Eh, mia cara!„
“Bassanelli! Siete venuto per dirmi questo?„ fece Jeanne, fieramente.