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302 | capitolo quinto. |
ancora dopo avere suonato Beethoven, o Schumann, o Mendelssohn: — Bravo, maestro; ma ora ci suoni qualchecosa di bello„.
“È così dappertutto, sa„, gli rispose la contessa, ridendo.
Mentr’egli suonava e, contro il suo desiderio, la piccola sala era stipata e due grosse code di pubblico vi restavano prese negli usci aperti, il cavalier faceto raccontava in un angolo della terrazza di levante a un piccolo gruppo di uditori e di uditrici, le scene di casa Scremin promesse alla contessa De Altis, la quale aveva preferito la musica. Egli le sapeva dalla propria cameriera, una sorella della quale aveva sposato il figlio di Federico di casa Scremin. Dunque, scena prima. Personaggi: il marchese Torototèla, come il cavaliere chiamava Zaneto per certe sue antiche colascionate poetiche, la marchesa Nene, don Giuseppe Flores e un topo. Arriva don Giuseppe, in carrozza, dalla sua villa, domanda del marchese, è introdotto e Federico riceve l’ordine di non lasciar passare nessuno. La marchesa suona il campanello. Chi è venuto? Don Giuseppe Flores. Dov’è? Nello studio, col padrone. Passano cinque minuti. La marchesa esce dalla sua camera e “roa„ ossia gira inquieta per la casa. Va finalmente a capitare