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numina, non nomina | 301 |
udire il promesso atto della sua opera inedita dopo la conferenza, quando tutti sarebbero stati impazienti di ballare. E per la musica non c’era da uscire della villa perchè il maestro preferiva quella piccola sala alla grande sala della Foresteria: pochi uditori ma scelti!
“Cosa vuole?„ diss’egli alla contessa malignetta. “Qui saremo, si figuri, cento persone. Di cinquanta uomini che mi applaudiranno, ve ne saranno venti capaci di dirmi quando saremo fuori: — La diga, maestro; bela quela roba, ma longheta. — Altri venti, e questi saranno i miei amici, mi diranno: — Fiol de na pipa, la finivistu gnanca più!. — Altri cinque mi domanderanno se ho suonato Wagner o se ho suonato la Traviata; per loro è presso a poco la stessa cosa. Gli ultimi cinque ho piacere che vengano a udirmi. Quanto alle signore, mettiamo da parte Lei, la De Altis, forse anche la padrona di casa, non lo so, e tre o quattro delle quattordici o quindici allieve che ho qui, mettiamo dieci in tutto. È molto! Per le altre quaranta, quand’anche sapessi far cantare e piangere il piano, avrei la consolazione di vedere quaranta ventagli andare e venire regolarmente come quaranta metronomi dal principio alla fine. Qualche signorina, poi, sarebbe capacissima di venirmi a dire, come mi è toccato