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10 | capitolo primo. |
castani del passeggio pubblico, già tutti spruzzati di verde. Il prefetto s’informò con una faccia ossequiosa se la signora fosse cugina degli Scremin. Udito che no, si volse all’altro: “Allora è Lei?„ diss’egli. “No, neppur Lei? Dio la honservi!„ Dopo un mese di residenza nel suo minuscolo principato egli s’era fitto in capo che tutti i nobili vi fossero, fra loro, poter del mondo, almeno “hugini!„ Immaginava con terrore le loro affinità e parentele come un garbuglio inestricabile, un’arruffata matassa enorme che a tirarne un poco il menomo filo vien tutta addosso. Perciò non s’attentava mai a parlar di nobili con altri nobili senza infiniti riguardi e cerimonie. Voleva dunque sapere quanto valesse questo nuovo consigliere clericale, questo genero senza moglie, di questa suocera senza figlia. Non lo conosceva affatto, non s’era mai incontrato con lui neppure in una visita. E perchè, Dio bono, quest’uomo che non si vede sta in casa di questa donna che non parla?
Tanto la dama politicante quanto il cavaliere di spirito possedevano una scienza minuta di tutti gli Scremin e persino dei loro domestici, dal famoso Federico ch’era stato licenziato dal Vescovo per causa di certa piacente pollivendola sino alla guattera, cugina della bella Matilde di casa X., tanto cara al padrone. Sapevano quanto la vecchia