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278 capitolo quinto.

in omaggio a Dane, Destemps accettò perchè accettava donna Bice, Bessanesi per una curiosità estetica della compagnia, Gonnelli per far divertire la sua Eleonora e anche per pigliarsi spasso dell’idolo e delle svaporate adoratrici. Alla Gonnellina poi l’idea di viaggiare con Destemps aveva messo la febbre addirittura, benchè il biondo genio fosse sdegnoso dei palpiti immaturi d’un Backfisch come lei.


II.


In principio del pranzo, siccome i fratelli Dessalle, le dame, la signorina Bertha e il professore avevano avviato la conversazione in inglese, Gonnelli, un Yorick che non sapeva l’inglese, apostrofò così a mezza voce il magnifico Enea di Tiepolo: “Eheu, Troiae fili, nonne tibi quoque...„ esprimendo il suo fastidio dell’inglese con un latino gonnelliano che nè le dame potevano intendere nè i cavalieri tradurre. Donna Laura e donna Bice, vedendo Destemps e Bessanesi ridere, Carlino Dessalle arricciare il naso, capirono benissimo che non era latino spiegabile. Invece Bertha, punta, curiosa e ingenua, si volse per aiuto all’onnisciente Dane il quale non aveva raccapezzato niente dell’apostrofe