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266 | capitolo quinto. |
“Grazie!„ fece Jeanne e corse via. Suo fratello la richiamò. “Scusa„, diss’egli. “È per un incontro?„
“Anche per un incontro„.
“Potevi dirlo„.
“Ma non sono sicura„.
“Senti, corrergli dietro, no!„
“Non gli corro dietro!„
Carlino parve poco persuaso e insistette. “Capisci, la tua dignità, anche in faccia al mondo!„
Jeanne fu per rispondere: che me ne importa? ma si trattenne, disse solo:
“Non temere„.
“Basta„.
Ella uscì rapida, palpitante, nella speranza inattesa di questo prossimo incontro.
Maironi era partito da otto giorni e proprio per le istanze pressanti di lei. Bassanelli non s’era tenuto dal comunicarle l’opinione del Commendatore che fosse bene di allontanare il giovane, posto che il Consiglio venisse sciolto, durante il periodo elettorale. Aveva soggiunto che il decreto reale di scioglimento era in viaggio, che sarebbe savio di prevenirlo perchè molto probabilmente il Commissario Regio, a fronte di certe questioni cittadine gravi, bandirebbe le elezioni assai presto e l’agitazione comincerebbe subito. Jeanne non s’illuse circa le