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254 | capitolo quarto. |
“A proposito, bravo; cosa mi racconta dell’ex-sindaco?„ disse il Commendatore, scrutando il viso dell’altro, anche per certa curiosità del segreto al quale aveva accennato il Soldini. Bassanelli esplose, rosso come un gambero. “Non me ne parli! Non me ne parli! Quello è un pazzo! Quello non è degno...„.
“Ah ta ta ta, ohi ohi ohi„, interruppe il Commendatore.
“... Non è degno di suo padre, no! Gli ho già detto qualche cosa di simile e un’altra volta, se mi capita, glielo dirò più chiaro! A meno che non ritorni indietro!„
“Come come come come? Che non torni clericale?„ Il buon Commendatore rideva sperando ammorzare con un po’ d’ilarità quel furore.
“Ma che clericale! Se va dritto ai socialisti! Quello è un pazzo, Le dico. Mi ha fatto dei discorsi da pazzo, uno di questi giorni, appunto sulle elezioni comunali, con certe idee impossibili ad afferrare. La se provi a rancurar col cucchiaio il chiaro d’uovo ne la supa: istesso! Il clericale era la crisalide di un anarchico; vedrà! E ci farà del male, qui. Ci farà del male, per i quattrini, per il nome e per un certo ingegno che ha„.
Il Commendatore afferrò il momento buono. “Mandiamolo via„, diss’egli.