lo conoscesse mitissimo e il navigare fra i deputati gli riuscisse più difficile, più pericoloso assai che l’accordarsi con lui, al quale il Ministero rinviava sempre la Prefettura nelle faccende più delicate. Ora la faccenda delicata era lo scioglimento del Consiglio comunale, invocato dai liberali e possibile a giustificarsi con la composizione del Consiglio stesso dove la maggioranza clericale prevaleva per pochi voti e pareva impotente a trovare un sindaco. Bassanelli era trattenuto nella sua buona volontà di mandare i clericali all’aria dal timore di una coalizione, nelle elezioni generali, del partito costituzionale con i partiti estremi. Per questo gli importava di assicurarsi che la direzione del movimento elettorale capitasse, nel caso, in mani sicure. E qui le faccende zoppicavano per causa di certe iniziative prese da persone ambiziose, di nessuna autorità: gente che faceva montare in furore Bassanelli. “Almanco, se no se pol drizzarghe la testa che se podesse slongarghe el colo!„ Erano liberali avanzati, liberali “non dei miei„ diceva Bassanelli con il suo sale grosso, “ma dei calzoni altrui, dei calzoni senza filettatura„. Avevano applaudito all’eroe della Biblioteca, avrebbero fatto anche più per un sorrisetto, per una paroletta, per un articolino di Pomato padre, figlio e comp. “Senta, Commendatore„,