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250 capitolo quarto.

“Senta!„ diss’egli alquanto solenne e come uscendo con autorità da una breve meditazione: “Non s’impegni troppo presto con queste idee che dice. Vita doctrix! Frequenti un poco di più la scuola della vita, ma proprio da scolaro che sta sul banco ad ascoltare e guardare. E poi... e poi... e poi!...„.

Il Commendatore scosse la mano destra in aria come benedicendo il soffitto, per significare che poi gli avrebbe dato anche licenza di salire sulla cattedra.

Il naso di Rosina. “Signor, ghe xe el signor prefeto„.

Maironi si alzò, promise di occuparsi dei documenti desiderati e partì contento di aver detto abbastanza chiaro, posto quel buon intenditore, l’animo suo. S’incontrò nell’anticamera con il zoppicante Bassanelli, consigliere delegato reggente la Prefettura dopo il trasloco del Prefetto. Si scambiarono un saluto freddo.

“Che ghe porta el cafè a quel zoto?„ pensò Rosina, riparato il guasto di quell’altro libero bevitore. Il padrone suonò per ordinare che non si lasciasse più passar nessuno e Rosina ebbe soltanto il coraggio di origliar un poco all’uscio. Udì Bassanelli dir forte: “Commendatore mio, andemo zoti!„ e il padrone ridere. Poi non le