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il caffè del commendatore. 243

le trombe dell’adulazione, gli avevano intronato in piena regola il cervello che continuava a suonare e suonare di queste lodi, come una conchiglia marina suona e suona in perpetuo dell’Oceano che un giorno la empì di fragore.

La prima iniquità del Municipio clericale era questa che dopo la sciagurata faccenda delle brache, il tale assessore non voleva più favorire, secondo aveva prima promesso, nel conferimento di certe doti municipali, l’Annetta Pomato, sorella di Ciotti. La seconda era che il tale altro assessore intendeva proporre per una di quelle doti la figlia di una sua ganza. “Ohi, ohi!„ fece il Commendatore, sgomentato. “No, no, no! Non dica di queste cose!„ “Sacrosanta!„ esclamò l’altro e continuò a snocciolare il rosario delle iniquità. Si preferisce il tal fornitore, con danno del Comune, perchè è clericale o anche solo perchè la domenica tiene il negozio chiuso. Si nega una gratificazione al tale impiegato perchè scrive nel giornale dei socialisti. Alla Biblioteca, invece di Ricciotti si nomina il fratello di un sagrestano, che neppure sa parlare in buona lingua. Chi sa quando la buona lingua di Çeóla si sarebbe chetata, se il Commendatore, che pareva stare sui carboni ardenti, non l’avesse interrotto.

“Tutto questo sarà e non sarà, ma che ci posso far io?„