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il caffè del commendatore. 239

“Io?„

Questa poi, davvero, il Commendatore non se l’aspettava.

“Certamente„, fece Soldini. E pigliò a spiegargli l’enigma. Si sapeva che lo scioglimento del Consiglio comunale stava sul tappeto della Prefettura. Qualcuno pretendeva che Bassanelli avesse già sollecitato il decreto reale. Ora se il decreto reale veniva, occorreva che il Commendatore persuadesse Maironi a declinare la candidatura. “Il pensiero di mia moglie„, conchiuse il cavaliere Soldini, “è questo: se non si posa una candidatura liberale Maironi, il giornale cattolico sta zitto. Il Commendatore impedirà in qualunque modo, o premendo sullo stesso Maironi o premendo sul partito liberale, che quella candidatura si posi„.

“Eh, eh, eh, Lei mi fa un’intimazione da barcaiuolo veneziano!„ disse il Commendatore, cacciandosi ridente le mani in tasca e articolando quasi con uno sforzo le parole scherzose. “Scià premi! Scià premi! Ma io ho voglia di stalìr! Di stalìr!„ E fuori la sua solita risatina. Soggiunse poi, serio, che di elezioni non si era mai occupato e non intendeva occuparsi.

“Abbia pazienza„, replicò il cavaliere. “Quello è il pensiero di mia moglie. Francamente, il pensiero mio è un poco diverso. Ecco. Io non credo