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2 | capitolo primo. |
c’era il giardiniere vecchio, quello licenziato da due mesi, e che desiderava di parlarle.
“Ch’el speta!„ disse la marchesa. “E vu, benedeto, cossa feu che no ve vestì? No savì che xe marti? Che spolverar feu, vu? No vedì che stala che xe qua?„
“Che stala?„ fece Federico, intontito. “Che stala? Cape, mi so che son sta qua do ore stamatina„.
“Ben, gavarì dormìo. Gài portà l’ovo alla Tonina?„
La Tonina era una vecchia cameriera inferma, mantenuta dagli Scremin per carità. Federico dichiarò di non sapere se a mezzogiorno le avessero portato il solito uovo, e in quel punto venne la cuoca a ripetere il messaggio del giardiniere licenziato. Ne seguì un battibecco fra i due servi, appunto per questa replica non richiesta, malgrado la presenza della padrona. Ma la marchesa, dominata da tetri presentimenti, voleva notizie dell’uovo e seppe dalla cuoca che l’uovo alla Tonina lo aveva portato la guattera e che la Tonina, sentendosi poco bene, non lo aveva preso. Questo fu il principio di un dramma. Cos’era accaduto dell’uovo? Silenzio. Possibile che qualcuno l’avesse mangiato? Che si fosse dimenticata la quaresima? Federico brontolò: “El sarà in cusina„. La marchesa intascò il suo fazzoletto sudicio, andò diritta in cucina. Cerca qua,