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il caffè del commendatore. 205

presso il Ministero influenze mosse da casa Dessalle. Zaneto divinò e parò la frecciata invisibile.

“In verità„, diss’egli, “nell’interesse della città non dovrei farti questa raccomandazione, perchè se i Dessalle ottengono quello che domandano, si tratta di milioni, non mi pare possibile che abbiano a restare qui e per la città sarebbe una perdita„.

Pareva un capolavoro di finezza, questa risposta, e lo era, ma sincero; era il capolavoro di una coscienza industriosa e non d’industriose labbra. A furia di ragionare col marchese scrupoloso del lobo cerebrale destro, il marchese dottor sottile del lobo cerebrale sinistro lo aveva persuaso che facendo al Commendatore la raccomandazione Dessalle in ordine al meditato fine principale di allontanare Jeanne da suo genero, si potevano accettare in pace i benefizî accessorî che ne venissero naturalmente, come l’appoggio dei Dessalle per ottenere al modesto panino Zaneto un posto sulla pala ministeriale delle infornate.

“Bene bene, addio addio„, fece il Commendatore, lottando asceticamente dentro di sè con il proprio buon giudizio, non riconoscendolo, scambiandolo, causa l’andatura affrettata, per un giudizio temerario.

Egli si recava in Biblioteca per sollecitarvi certe