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il caffè del commendatore. 201

datore!„ L’uomo acido gli intimò così bruscamente di levarsi loro dai piedi che il buon Commendatore, tutto turbato al veder Bisata volgersi fosco verso l’interruttore, gli cacciò in mano dei soldi e lo congedò più benignamente che potè: “va là, caro, va là!„. Ma ecco un’accattona flebile. “Lo go spetà tuta la messa, benedeto! S’el gavesse delle scarpe vecie!„ Nuove escandescenze dell’uomo acido: “A sì una dona e ghe dimandè le scarpe a lu?„ Nuovi allarmi, nuovi soldi e miti consigli dell’ottimo Commendatore. “Va là, cara, va là!„ Finalmente l’uomo acido potè avere il suo colloquio promessogli in chiesa, nell’uscire dalla cappella. Era un accattone anche lui, chiedeva una rivendita di sali e tabacchi per certa sua parente a corto di quattrini. E chiedeva per sè aiuto in una questione col Ricevitore del Registro. “La lo fazza far cavalier quel fiol d’un can! Chi sa ch’el diventa più molesin!„ Il Commendatore ascoltò tutto con santissima pazienza, chiese notizie, diede consigli, riprese sorridendo le escandescenze, scusò il R. Ufficio del Registro e venne finalmente a un quia che certo gli premeva. Domandò in tono scherzoso a che punto fosse la crisi municipale. Che stava per succedere dopo le dimissioni del sindaco? L’uomo acido si meravigliò delle domande. Non aveva il Commendatore udito le rivelazioni strepi-