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eclissi. 171

fra quella gente. Posando il soprabito gli sovvenne, con disgusto, della camerierina bionda. Che gioia non sentire più in sè il bruto senz’amore, esser trasfigurato anche nella vita corporea! Sedette sul letto, rivisse i più deliziosi momenti di quella notte, dall’abbraccio muto sotto i carpini al bacio nella sala. Anche meditò le più singolari parole di Jeanne, compiacendosi orgogliosamente dell’amore di una creatura così bella, strana e profonda, chiedendosi in pari tempo, adesso che ci pensava a mente riposata, se non fosse in lei, con tutto il suo amore, un intimo nucleo di orgoglio, d’idee più forti che l’amore, invincibili. E quell’attaccamento al fratello non era eccessivo, quasi offensivo? Quale amore, però, quale grande, impetuoso, tenero amore pur nei confini suoi! Quale amore unico, quale spiritualità intensa di amore mista con i desiderii più delicati e squisiti dei sensi! Ricorse avido alla memoria dell’abbraccio muto, della bocca soave. Ah!

Si scosse, si dispose a coricarsi. Ecco qualche cosa di nuovo sul tavolino da notte, come la sera della tentazione. Non fiori stavolta, una lettera chiusa, con un semplice indirizzo “Piero„ di carattere della marchesa. L’aperse, non si avvide della piccola busta che ne cadde e lesse: