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170 | capitolo terzo. |
hai detto che nel mio ardore c’è un proposito freddo. Non dirlo più!„ Jeanne si portò la mano di lui alle labbra.
Silenzio, aliti di rose, molle ondular di frondi, sospiri umani pieni dell’Indicibile.
“Non è troppo fresco e umido, qui, per Lei?„ disse Piero finalmente. “Non sarebbe meglio...?„
Jeanne sorrise. “È meglio che Lei parta, credo, amico mio„.
“Addio, dunque!„
“No!„
Gli aveva ben detto lei di partire e adesso non voleva più. Risero entrambi, tanto dolcemente. “Sì, sì„, diss’ella, facendosi seria. “Bisogna che parta!„ E perchè Piero le sussurrava: “Partire senza un bacio? Partire senza un bacio?„ si alzò, entrò in sala, seguìta da lui. “Adesso La faccio accompagnare al cancello„, disse. Posato un dito sul bottone del campanello elettrico, si volse al giovine, gli porse le labbra.
Egli scese come in un sogno, senz’altro senso che di quell’atto, di quella bocca, senz’altro pensiero che di non poter pensare a niente, di non poter volere niente, di scender beato in grembo al Fiume della Vita, ardente e dolce. Nell’entrare in casa si domandò se fosse possibile vivere più oltre