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160 | capitolo terzo. |
dasse a monte come il picknic. Piero non parve prendere interesse al discorso. Allora Jeanne gli domandò, parlando piano perchè davanti a loro saliva una brigata di giovani e signore, se non fosse probabile che il Consiglio comunale lo rieleggesse. No, non era affatto probabile. Perchè non si credesse a un puntiglio, a un dispetto, Piero intendeva inviare al più presto le sue dimissioni anche da consigliere.
“A quante cose pensa Lei!„ disse Jeanne. “Io penso a una sola„. “Io posso pensare quella che Lei dice„, rispose Piero, “intensamente quanto Lei, e posso insieme pensarne altre!„
Nel gruppo dei giovani e delle signore si discorreva di blasone. Alcune signorine, ferocemente democratiche, parlavano della nobiltà e anche della borghesia mescolata ai nobili, come di gente inferiore intellettualmente e moralmente, destinata a finire di logorarsi nell’ozio e nei piaceri, a scomparire nella rovina economica che li minacciava quasi tutti e di cui si vedevano in giro molti segni mal coperti di stemmi, di corone, di livree. E qui, a voce più bassa, si dicevano i nomi. Ciascuno del gruppo aveva a raccontare grettezze segrete di gente fastosa, debiti vergognosi, segrete strettezze di gente che non sapeva rinunciare a costose apparenze, miserie intellettuali della classe alta, igno-