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130 | capitolo terzo. |
sione del suo discorso. “Lasciamo queste chiacchiere. Voi scegliete oggi il terreno della crisi. Mi è venuto in mente ora che potrebbe esser l’aumento dello stipendio ai maestri delle scuole rurali. Voi assessori vi accordate oggi di sollevare la questione nella prima seduta di Giunta e di deliberare allora che l’istanza dei maestri sia portata in Consiglio con voto negativo. Il sindaco si è compromesso, come sapete, a questo proposito con le dichiarazioni che ha fatte quando si discuteva l’istanza degli spazzini. Si dimetterà. Subito voi vi dimettete pure, pro forma. Si raduna il Consiglio per le dimissioni e allora non si fanno complimenti, e non si rielegge il sindaco. Res finita est„.
“Eh sissignor„, fece Záupa. “Questa xe prudente. Xe prudente„.
“Finita male„, cominciò il prete, curando poco le opinioni di Záupa. Egli aveva idee diverse da quelle del cavaliere. Brutta, bruttissima cosa la relazione colla signora; inutile il ricercare, quando c’è scandalo, se vi sia o non vi sia, in fatto, tutto il male che la gente dice: ma insomma, via! concediamo per un momento che il fallo sia da imputare alla comune fragilità umana; e la infrazione pubblica del venerdì? Pazienza un cattolico qualunque! Ma il capo del partito? Passi per un