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128 | capitolo terzo. |
voleva romperla con la Giunta, con la maggioranza e col partito, ma, probabilmente, romperla come e dove faceva comodo a lui. Voleva intanto, probabilmente, mettre les rieurs de son côté. Qui Záupa e l’abate si guardarono, si dissero con gli occhi: “avete capito, voi? Io no„. Voleva poi, proseguì Soldini, venir licenziato in modo che facesse torto ai cattolici, che giustificasse, o almeno scusasse, una successiva rottura maggiore ancora, un passaggio ad altre idee e ad altri uomini. Ora non conveniva ai cattolici di fare il suo giuoco; per niente! Conveniva romperla sopra una questione amministrativa.
“A questo modo„, conchiuse il sagace oratore, “eviterete di offendere i suoi sentimenti personali, non lo spingerete a reazioni estreme che sarebbero una rovina spirituale per lui, naturalmente, ma poi anche un colpo doloroso per il partito. Se quando voi, prudentemente, rispettosamente, lo avviate alla uscita dall’amministrazione egli vorrà invece pigliar l’uscita dalla Fede, suo danno. Voi non ne avrete colpa ed egli non ci farà una bella figura. No davvero! Nessuno approverà mai che si cambi fede politica e religiosa per una questione di cinta daziaria o di gas, o di stipendi alle levatrici comunali e nemmeno per una questione di amor proprio. Ma se non lo irritate, non credo che diser-