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124 | capitolo terzo. |
che, stando nell’ombra, movevano sullo scacchiere con occulte fila i vittoriosi pezzi neri. L’altro, bell’uomo sulla quarantina, dai modi signorili, dall’aria intelligente e benevola, era il cavalier Soldini, lombardo, direttore del giornale clericale.
“Dunque?„ fece Záupa.
I due si guardarono esitando, sorridendo, interrogandosi tacitamente. “Parli Lei„ disse il prete. E spiegò allo Záupa, poichè l’altro non si arrendeva, che non c’era tra loro un perfettissimo accordo e ch’egli preferiva parlare dopo. Allora il Soldini disse che stava bene e cominciò il suo discorso.
“Ecco qua. Dunque, disgraziatamente, nelle voci che corrono sul nostro sindaco e quella signora vi ha molto, per lo meno, del vero. C’è la passione dalle due parti e non silenziosa„.
“Eh!„ interruppe il prete. “Altro che silenziosa! Baci, abbracciamenti, in giardino, coram populo!„
“Diciamo coram nemori et lunae, se è vero. Ma poi, fino a qual punto le cose siano arrivate, nessuno...„
“Fa lo stesso„, brontolò il prete. “Del resto coram nemori, lunae et hortulano„.
“Sia! A me non pare che faccia lo stesso, ma tiriamo avanti. Premetto. Mia moglie e io siamo in buona relazione col sindaco e mia moglie visita