Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
CAPITOLO TERZO
Eclissi.
Alquanti consiglieri della maggioranza clericale dovevano riunirsi alle quattro in casa Záupa. La vecchia signora Záupa non voleva persuadersi che questo fosse un onore per lei, per il consigliere suo figlio, per sua nuora, per i nipoti, per tutte le frondi del prolifero ceppo Záupa. Perchè non si riunivano in casa del sindaco? “La porta pazienza, mama, per sta volta, ghe xe la so rason„, ripeteva l’onesto, piccoletto consigliere Záupa dirigendo con voce più sommessa ma più imperiosa, fra una presa di tabacco e l’altra, il lavoro docile e muto di una donnina esangue, sua moglie, e di un donnone polputo, la serva, che levavano il pepe e la canfora dalle poltrone, dai canapè del salotto, spolveravano i fiori di carta, le bomboniere. Alla vecchia signora Záupa, spettatrice accigliata, pareva che