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nel monastero. | 119 |
in città, il cocchiere disse che teneva un panierino di aranci del signore consegnatogli dal vetturale della carrozzella; e Dessalle gli ordinò di accompagnare il signore al palazzo Scremin.
Il panierino di aranci fu posato sul piccolo sedile interno della victoria di fronte a Piero. Egli sentì la loro parola tragica ma non se ne commosse. Era un rimprovero per il destino, forse; non per lui! Fisso lo sguardo nei frutti dorati, blandito i sensi dalla persistente aura della signora di cui adesso aveva preso il posto, rivedeva Jeanne nella loggia di Praglia con la tazza in mano, riassaporava la tristezza dei grandi occhi magnetici, l’ineffabile accento delle sommesse parole: “si c’était du poison, faudrait-il boire?„