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nel monastero. | 115 |
e di libertà non se li è dati Lei, che Lei vuole l’una e l’altra! Dica questo se Le piace, ma non quello che ha detto!„
“Ecco, i cattolici, come sono„, ribattè Dessalle, sorridendo. “Ci vogliono addirittura empii. Più ci avviciniamo a voi, meno ci sopportate. Si potrebbe sostenere benissimo che la vostra religione insegna l’odio del prossimo. Guardate come trattate i protestanti e quei poveri liberali che vorrebbero dirsi cattolici anche loro! Odio del prossimo!„
“Però...„ fece Jeanne rivolgendosi a Maironi come per rispondere a lui al di fuori e al di sopra delle parole di suo fratello. E s’interruppe subito. “Però?„ ripetè Maironi, aspettando.
“Niente„, diss’ella.
Il giovane raccolse la bianca pelliccia di lupo di Russia che scivolava dalle ginocchia di Jeanne e dalle sue, l’accomodò, v’incontrò sotto una mano che prima si offerse inerte e poi attanagliò la sua come un morso, mentre una bella bocca lasciava neghittosamente cadere queste due paroline di pace: “fa fresco„.
Nessuno parlò più per un pezzo. Jeanne accomodò alla sua volta la pelliccia, meglio assai. Parve a Maironi che il greve bianco mantello di fiera piegasse ai lievi tocchi delle mani abili con intelletto del comando. Egli guardava la mano desiderata,