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nel monastero. 113

il Cristo morto e spande le braccia con quel viso al cielo, ti ricordi, Jeanne? con quel viso lagrimoso e amaro che dice: — perchè? — Questa, religiosamente, è superiore. È piena di coraggio, crede nella risurrezione di suo figlio. Qui arrischio, caro Maironi, di pigliarmi una febbriciattola di fede anch’io. Lei poi mi prende nel suo Municipio per assessore delle Belle Arti, eh?„

Maironi sorrise a fior di labbro e rispose solo: “va bene„.


IV.

Partirono al tramonto, nella stessa carrozza. Prima di uscire del recinto, passando lungo il nero bastione che porta la chiesa, Dessalle esclamò: “E la chiesa? Non abbiamo veduta la chiesa!„ Uscendo del refettorio, il custode aveva chiesto due volte a Jeanne e a Maironi se desiderassero visitare la chiesa e poichè non era venuta risposta aveva lasciato andare. Anche adesso nè Maironi nè Jeanne parlarono, la carrozza correva già forte, il momento passò. Dessalle aveva la fantasia piena del monastero taciturno, della solitudine ove posa, di cipressi, di ulivi, di archetti trilobati, di stemmi, di motti, di monaci antichi, del custode dalle chiavi tintinnanti

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