Pagina:Piccolo Mondo Moderno (Fogazzaro).djvu/132

110 capitolo secondo.

idealmente convertita in veleno gli fece ancora, per un attimo, rotear le cose intorno.

“Lei?„ diss’egli, ridendo. “Un mondano come Lei?„

“Io non sono un mondano, caro Maironi. Io prendo interesse a osservare le vanità mondane e non sono mondano come un astronomo non è celeste„.

Jeanne, che in quel momento stava guardando da vicino i fregi del lavabo, i pesci marini, le tarsie di verde antico e di porfido, chiamò a sè Maironi, con un gesto.

“Non so mai come chiamarla„, diss’ella, piano. E soggiunse forte: “Cosa è scritto qui? Mi spieghi„.

Piero le tradusse il motto latino scolpito dentro l’arco, al di sopra del vaso marmoreo:

OMNES VELUT AQUA DILABIMUR.

E chinandosi come per guardare lo squisito marmo, sussurrò:

“Chiamami amore„.

Ella non rispose; egli rimase chino celando il fuoco del viso.

“Poveri fratucci!„ esclamò Dessalle alle loro spalle. “Son passati tutti davvero, eh? Ma ditemi un po’: quel motto lì come va preso? Dev’essere epicureo, dentro quella gioia di fregi, quel sorriso