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108 capitolo secondo.

zioso di monaci sotto le arcate per chiarori e ombre. Si dolse che i monaci fossero scomparsi, ma poi, guardando Piero, espresse arditamente l’opinione che non vi fosse più armonia fra l’odierno spirito cattolico e la poesia di quella solitudine. Sostenne che la presente combattività cattolica poteva bene acconciarsi a conventi fra il popolo, nelle città, ma che nessuno pensava più ai deserti, che se il cattolicismo era antiquato nello spirito, tendeva però a tutte le forme moderne dell’azione. “Ci sono sempre le anime offese, al mondo„, disse Carlino; “Ci sono i solitari per natura, come io, per esempio, che sono un benedettino leggermente sbagliato. Se avessi fede piglierei l’abito e riscatterei Praglia„.

“Lei?„ fece Maironi. Le parole aggressive di Jeanne sullo spirito del Cattolicismo non lo avevano ferito; l’incontro curioso delle parole spensierate di Dessalle con i sentimenti suoi di poc’anzi non lo aveva scosso. Rideva e gli occhi gli scintillavano. Mentre Jeanne gli aveva parlato del suo amore, tanto violento e puro, egli si era sentito prendere insensibilmente da lei e anche dalla idea che i suoi timori eran ombra e sogno, che i ritegni religiosi, i ritegni del suo legame eran lacci di cose morte, che forse la stessa intera religione cattolica era un grande spettrale cadavere