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104 | capitolo secondo. |
Nel proferire sotto voce queste parole Piero si fermò. Mai non si era parlato fra loro della demente.
Jeanne lo guardò negli occhi e rispose:
“Lo so„.
Un momento dopo, interpretando il silenzio di Maironi per desiderio di risparmiarle una conclusione ovvia e amara, riprese con fretta incauta
“Ma io non tolgo niente a Sua moglie„.
La parola poteva intendersi nel senso che Jeanne aveva pensato sapendo come Piero non amasse più la moglie da un pezzo, e anche nel senso che alla signora Maironi, posto il suo stato, niente si poteva più togliere. A Piero balenò questo secondo senso. Esclamò con sdegno: “non lo dica!„ e riprese a camminare concitato. Jeanne, atterrita, lo seguì: “Come? Che ha inteso?„ E afferrato il perchè di quello sdegno, protestò con tanta violenza, mentre Maironi ripeteva “mi lasci! mi lasci! mi lasci!„ di non aver voluto alludere alla sventura di sua moglie, che quegli si arrese. Intanto si avviavano entrambi, senza volerlo nè saperlo, a una uscita del cortile. Il custode, che badava a veder disegnare Carlino, li richiamò: “Signori! Signori! Non vogliono vedere il refettorio?„ Tornarono lentamente indietro. “Credo!„ disse Maironi, con voce soverchiata dall’emozione. “Ma io non posso con-