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nel monastero. 103

Non ci pianti! Pensi che oggi dovevano venire a villa Diedo la contessa Importanza e le contessine Importanzète e noi le abbiamo piantate per Lei!„

Aveva riso insieme, in passato, di questi nomignoli inflitti da certa signora di loro comune conoscenza a una nobile dama della città e alle sue figliuole che si dicevano insidiare al celibato di Carlino.

“Non per Lei, per Praglia!„ corresse Jeanne, senza voltarsi.

“Vada vada, ammansi mia sorella!„ esclamò Dessalle e si fermò a schizzare sul taccuino una elegante porta sotto le arcate di levante.

Maironi raggiunse la signora che non mostrò avvedersi di lui. Andarono così a paro per qualche momento, senza parlarsi.

“Già Lei ha paura!„ disse alfine Jeanne con voce sommessa ma vibrante. “Lei non vuol dirlo ma capisco, pensa bassezze di me, con tutta la Sua religione. Appunto perchè ha un’idea angusta, un’idea falsa della religione, dell’amore, di me, soprattutto di me, s’immagina che io La condurrò al male. È così; non mi conosce, non sa conoscermi, crede che fuori della Sua religione tutto sia impuro, tutto sia falso, tutto sia da fuggire, da odiare!„

“Lei sa che non sono libero?„