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98 | capitolo secondo. |
Sullo scalone del Settecento che sale ai grandi androni fiancheggiati di celle, mentre il custode indicava le lapidi commemoranti visite imperiali austriache, Francesco I, Ferdinando I, e Dessalle gemeva come se lapidi e scalone gli premessero sullo stomaco, sua sorella, preso da capo il braccio di Piero, gli sussurrò affannosamente:
“Non mi abbandoni„.
Egli non rispose parola, strinse inconsciamente col proprio il braccio di Jeanne, rallentò subito la stretta, come atterrito. Gli occhi di lei che si erano illuminati di dolcezza, lo interrogarono con sgomento.
Egli disse allora, non volendole dire, per uno sdoppiamento della sua volontà, per un maligno impulso interiore, parole che sentiva esser il principio della sua disfatta:
“Le parlerò subito„.
Si erano avviati per un androne alla loggetta sporgente che guarda i neri approcci del monastero, il fianco della chiesa, il gran piano di settentrione fino a nevose Alpi lontane. Non udirono il custode che li richiamava:
“Signori, da questa parte!„ Dessalle gridò: “Jeanne!„ Allora si voltarono e Carlino disse a sua sorella che aveva un’idea, questa. Poichè il Governo con la sua Giunta superiore di Belle Arti,