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94 | capitolo secondo. |
selva selvaggia sopra gli oliveti, ma è tanto composto nel suo movimento, tanto schivo di ogni attitudine maleducata, tanto serio, vero? e fatto per la meditazione, con quelle piccole processioni fraticellesche di cipressetti, molto bornés ma semplici e pii, tale insomma, questo colle, che si vede nel suo corpo alto e grosso una devota umiltà verso la chiesa che gli sta sotto e che pure grandeggia e lo signoreggia, tutto ciò mi ha presi, diremo eh, sorella mia, i polmoni, perchè quelli spero di averli, e ho buttato fuori tutto il mio fiato in una fila di oh! oh!, tanto che ne son rimasto senza per cinque minuti„.
“Pare che ti sia ritornato„, disse Jeanne.
“Oh sì, è ritornato. E qui e qui, questo cortiletto divino, questo casto pensamento trasmutato in sogno! Guardate la grazia infinita dei fregi minuti, vedete le cornici di terracotta, gli archettini trilobati, il melarancio simbolico, e quelle conchigliette, un antico rosario allineato. Giusto, forse non erano melagrani, erano melaranci che il vecchione santo ha preso a cena. E la grazia del colossale! Guardatemi questa torre che regna e non opprime. Lasciamo che si tiri su la nostra gratitudine verso un’eccelsa fonte di tutte le forme belle„.
“Carlino„, interruppe sua sorella, “non far troppo il Carucci!„