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86 | capitolo secondo. |
anche un irridere al suo ministro, povero santo vecchio, che lo aveva consigliato di venirci? Impose silenzio alla ribellione interna, con impeto, salutò Dessalle non senza imbarazzo. Partito Dessalle, ordinò al vetturino di andare al passo. Dio, come, come comportarsi nel primo incontro? Lasciar comprendere lo stato dell’animo suo, la risoluzione di allontanarsi, o coprirla, dissimulare? Sì, sì, dissimulare. Ma troppo no, sarebbe un tradimento! Restar poco? Un pretesto, un pretesto di restar poco! Dio, quale? Gli zoccoli del cavallo suonarono sulle pietre della soglia, Maironi si compose, palpitante, un viso freddo, la carrozzella entrò nel portico del cortile rustico.
Lì non c’era nessuno. Piero stette un pezzo a guardar il tremolare della pioggia fitta e minuta fuori del portico, sull’erba folta, sul pozzo elegante del Cinquecento, sull’alto fianco del monastero imminente a sinistra con le sue piccole finestre archiacute, con i finestroni dello scalone interno del Settecento, con gli archettini trilobati delle cornici di terracotta. Stette a guardare, a origliare. Nessun passo, nessuna voce. Richiamò al cuore tutti i suoi propositi buoni e si avviò a sinistra verso una porta socchiusa. L’aperse, ebbe una visione di svelte arcate, il senso di un pio, ammonitore pensiero an-