Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
il gran passo | 81 |
buon uomo aveva qualche volta di queste idee ingenue che facevano sorridere sua sorella. Luisa non durò fatica a trovare argomenti contro l’esilio di Franco e ad adoperarli con calore. «Basta» fece lo zio non persuaso, ma placido, allargando le braccia in arco, nell’atto di un Dominus vobiscum più caritatevole, più disposto a cinger di tenerezza le povere creature umane. «Fiat. Oh, e se occorre» soggiunse volgendosi a Franco «come stai a quattrini?»
Franco trasalì, s’imbarazzò.
«È il nostro papà, sai» gli disse sua moglie.
«Papà niente affatto» osservò lo zio, sempre placidamente. «Papà niente affatto ma quel ch’è mio è vostro, ecco; vuol dire dunque che vi munirò un poco secondo le mie forze.»
E ricevette l’abbraccio commosso de’ suoi nipoti senza corrispondervi, quasi seccato da una dimostrazione superflua, seccato che non accogliessero più semplicemente una cosa tanto semplice e naturale. «Sì, sì» diss’egli «andiamo a bere ch’è meglio.»
Il vino del Niscioree, rosso chiaro come un rubino, delicato e gagliardo, blandì e pacificò le viscere dell’impaziente signor Giacomo, che in quegli anni di oidium ben di rado bagnava le labbra nel