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il gran passo | 77 |
Confortata dalle carezze de’ suoi figli, si ricompose, li baciò, stese la mano a suo fratello e al signor Giacomo, che non avevano inteso affatto cosa fosse accaduto e accennò a Luisa di andar a pigliare qualche cosa. Si trattava d'una torta e d'una bottiglia preziosa di vino del Niscioree, regalata con altre parecchie, tempo addietro, dal marchese Bianchi che aveva per la signora Rigey una singolare venerazione.
Il signor Giacomo, non vedendo l’ora di svignarsela, incominciava a dimenarsi, a soffiare, guardando l’ingegnere.
«Signora Luisina» diss’egli vedendo uscire la novella sposa. «La scusa, son propramente per domandar licenza...»
«No, no» lo interruppe con un fil di voce la signora Teresa «aspetti un poco.»
Luisa scomparve e Franco scivolò pure fuori della stanza dietro sua moglie. La signora Teresa parve presa da uno scrupolo, accennò a richiamarlo.
«Ma cosa mai!» fece l’ingegnere.
«Ma, Piero!»
«Ma cosa?»
Le antiche tradizioni austere della sua famiglia, un sottile senso di dignità, forse anche uno scrupolo religioso perchè gli sposi non avevano ancora assistito alla messa della benedizione unziale, impedivano alla signora Teresa di approvare che i giovani si appartassero, e insieme di spiegarsi. Le