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sulla soglia d'un'altra vita 49

sempre diritto nel suo discorso come se niente fosse.

«E grossi» diss’ella.

«Ma prima!» insistette Franco.

«Perchè» continuò la vecchia formidabile «se si è cristiani si ha il dovere d’obbedire a suo padre e a sua madre e io rappresento vostro padre e vostra madre.»

Se l’una era tenace, l’altro non l’era meno.

«Ma Dio vien prima!» diss’egli.

La marchesa suonò il campanello e chiuse la discussione così:

«Adesso siamo intesi.»

Si alzò dal canapè all’entrar della Carlotta e disse placidamente:

«Buona notte.»

Franco rispose «buona notte» e riprese la Gazzetta di Milano.

Appena uscita la nonna, gittò via il foglio, strinse i pugni, si sfogò senza parole, con un furibondo sbuffo, e saltò in piedi, dicendo forte:

«Ah, meglio, meglio, meglio!» Meglio così, fremeva in sè, meglio non condurla mai, la mia Luisa, in questa maledetta casa, meglio non farle soffrir mai questo impero, questa superbia, questa voce, questo viso, meglio viver di pane e d’acqua e aspettar il resto da qualunque lavoro cane, piuttosto che dalle mani della nonna: meglio far l’ortolano, maledetto sia, far il barcaiuolo, far il carbonaio!

Piccolo mondo antico. 4