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490 | parte iii - capitolo i |
a Lugano; però io ti ho proposto più volte più modi di venirmi a incontrare segretamente almeno al confine, sulla montagna, e tu non mi hai risposto. Ho creduto indovinare che tu non ti sapessi allontanarti neppure per poco tempo da un luogo sacro. Mi pareva troppo e ti confesso che ne provai un’amarezza molto profonda! Poi mi pentivo, mi pareva d’essere egoista, ti assolvevo. Adesso, Luisa, le circostanze sono mutate. Non ho cattivi presentimenti, mi par impossibile di aver a restare sopra un campo di battaglia, ma impossibile non è. Prenderò parte ad una guerra che si annuncia tra le più grosse, tra le più lunghe e disperate, perchè se l’Austria ha in giuoco le sue provincie italiane, noi, e forse anche l’imperatore Napoleone, abbiamo in giuoco tutto. Si dice che passeremo l’inverno venturo sotto Verona. Luisa, io non voglio correre il pericolo di morire senz’averti riveduta. Ho ventiquattr’ore sole, non posso venire al confine nè a Lugano, nè mi può bastare di star con te dieci minuti! Fatti portare a Lugano, in qualche modo, da Ismaele la mattina del 25 corr. Parti da Lugano in tempo di essere a Magadino per il tocco poichè da Luino non puoi passare. A Magadino piglierai il battello che parte di là circa al tocco e mezzo. Scenderai circa alle quattro a Isola Bella dove, presso a poco alla stess’ora, arriverò anch’io da Arona. L’Isola Bella, a questa stagione, è un deserto. Vi passeremo la sera insieme e ripartiremo la mattina, tu per Oria, io per Torino.