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il savio parla | 489 |
alludevi a una comunicazione di lei mi sono espresso con acerbità, perdonami in grazia non solamente del mio cattivo carattere ma delle idee altresì e dei sentimenti che sono come parte della mia natura.
Perdonami pure in grazia della sovreccitazione immensa in cui si vive qui. La mia gola sta bene, da quando si parla di guerra ho gittato canfora e acqua sedativa ma i nervi sono tesi straordinariamente, mi par che a toccarli dieno scintille. Questo viene anche dall’intenso lavoro che abbiamo al Ministero dove non c’è più orario e chi più gode fiducia, sia pure un segretariucolo, più deve sgobbare. Quando ebbi questo posto dalla bontà del conte di Cavour mi pareva di mangiare il pane dello Stato a tradimento. Adesso non è così ma sto per togliermi a questo gran lavoro e ciò mi conduce a un altro discorso che ho nel cuore da un pezzo e che adesso ti faccio con una commozione indicibile.
Fra otto giorni i miei amici ed io ci arruoliamo nell’esercito come volontari per la durata della campagna; Si entra nel 9° fanteria che ha il deposito a Torino. Qui al Ministero si vorrebbe trattenermi ancora ma io intendo di trovarmi istruito al reggimento quando entrerà in campagna e ho solamente preso l’impegno di non lasciar l’ufficio che un giorno prima di arruolarmi.
Luisa, sono tre anni e quasi cinque mesi che non ci vediamo. Vero che tu sei sorvegliata dalla Polizia e che ti è proibito di venire