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il savio parla | 483 |
mi resta che questo.» Ester si provò a confortarla, a dirle che si avvicinava per lei un tempo migliore, la riunione con suo marito. Fra pochi mesi la Lombardia sarebbe libera, Franco ritornerebbe a casa. E allora... allora... potrebbero succedere tante cose... Potrebbe ritornare anche Maria! Luisa diede un balzo, le afferrò le mani. «No!», diss’ella. «Non dire questa cosa! Mai, mai! Son tutta sua! Son tutta di Maria!» Ester non potè replicare perchè, frettoloso e sorridente, entrò il professore.
Egli vide che sua moglie aveva gli occhi bagnati di lagrime e che Luisa pareva sovreccitata. Salutò mogio mogio e sedette in silenzio accanto a Ester, immaginando che avessero parlato del solito argomento spiacevole a sua moglie. Questa avrebbe voluto mandarlo via, riprendere il discorso con Luisa, ma non osò farlo. Luisa fremeva contro quella immagine di futuro pericolo che di quando in quando le si era affacciata confusamente all’anima, che aveva sempre cacciata con orrore prima di considerarla e che ora, per le parole dell’amica sua, le risorgeva davanti scoperta e netta. Dopo un lungo, penoso silenzio Ester sospirò e le disse sotto voce:
«Va pure, sai. Andate pure.»
Luisa ebbe un impeto di gratitudine, s’inginocchiò davanti all’amica sua, le posò il capo in grembo. «Sai» diss’ella «io non credo più in Dio. Prima credevo che ci fosse un Dio cattivo, adesso