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482 | parte iii - capitolo i |
estatiche. La sola persona per la quale non valesse questa proibizione era Luisa. Ma di Luisa il Gilardoni aveva un certo riguardo; ella era sempre per lui un essere sovrumano; al rispetto per la persona s’era aggiunto il rispetto per il dolore e in presenza di lei egli teneva sempre un contegno riguardoso. Da due anni, circa, Luisa andava a casa Gilardoni quasi ogni sera e, se qualche cosa poteva turbare la pace degli sposi, erano queste visite.
Esse avevano infatti un motivo strano e antipatico a Ester; ma Ester aveva un tale affetto per l’amica sua, una tale pietà della sua sventura e si sentiva fitto nel cuore un tal rammarico di non aver fatto più attenzione a Maria nel giorno terribile, che non osava opporsi risolutamente ai desideri di lei nè distogliere suo marito dall’accondiscendervi. Espresse a Luisa la sua disapprovazione, la pregò di volere almeno tener segreto ciò che faceva di sera nello studio del professore; non andò più oltre. Il professore, invece, sarebbe stato felice di questi convegni ma soffriva del dispiacere di Ester.
Era già notte quando Luisa suonò alla porticina di casa Gilardoni. Fu Ester che le aperse. Luisa non rispose al suo saluto che le parve imbarazzato, la guardò soltanto e quando fu nel salottino terreno dove Ester soleva passar le sue serate, l’abbracciò tanto appassionatamente che l’altra si mise a piangere. «Abbi pazienza» le disse Luisa. «Non