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in fuga 475



Alla riva di Lugano il dottor Aliprandi aperse lo sportello e fece entrare Franco. Si conoscevano poco ma si abbracciarono come fratelli. «Quando verrà l’ora delle cannonate» disse l’Aliprandi «ci sarò anch’io.» Convennero di congedarsi lì e che Franco uscisse prima, solo, perchè Lugano era piena di spie e il dottore doveva pure usare certi riguardi. Il dottore non aveva fretta, del resto; gli premeva più di trovar un barcaiuolo che un medico. Franco si tirò il cappuccio sugli occhi e scese a terra, andò all’albergo della Corona.

Alcune ore più tardi, quando la gondola era ripartita, egli usci in cerca di valsoldesi per avere notizie, si avviò alla farmacia Fontana e incontrò sotto i portici i suoi amici che uscivano appunto dalla farmacia insieme a un vecchio. Gli saltarono al collo, piansero di commozione. Erano andati anche loro a cercar notizie. Alla farmacia si diceva che Franco fosse stato arrestato. Che gioia di trovarlo e che gioia di sentirsi terra libera sotto i piedi!

Mi sia permesso di ricordare il vecchio che accompagnava Pedraglio e l’avvocato, bizzarra figura del piccolo mondo antico luganese, artista e degno