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456 parte ii - capitolo xiii

passi dall’uscio della legnaia. Per fortuna la guardia, certo Filippini di Busto, era un galantuomo che mangiava a malincuore il pane austriaco per non averne potuto trovare altro. «Presto!» diss’egli sottovoce. «Prendano i campi e poi la strada di Boglia! Il sentiero sotto il faggio della Madonnina, a sinistra!» Franco ringraziò quell’uomo, si avventò con i compagni sul ripido sentiero che mette alla stradicciuola comunale di Albogasio Superiore. Giunti a mezza via, saltarono tutti a destra in un campo di granturco e stettero in ascolto. Udirono passi sulla scaletta che sale dal sagrato e poi sul sentiero dov’era appostata la guardia. Evidentemente si voleva accertarsi che tutte le uscite fossero ben guardate. I quattro strisciarono subito via attraverso il granturco e giunti sotto lo scoglio che chiamano «Sass del Lori», tennero consiglio. Avrebbero potuto prendere il sentiero che monta sulla strada di Albogasio proprio alla porta del giardino Pasotti, e poi arrampicarsi di campo in campo fino alla strada di Boglia. Ma il sentiero era difficile a trovare a quell’ora; temendo perdere troppo tempo, prescelsero di raggiungere una scaletta che da Albogasio Inferiore sale presso alla casa Puttini. Quindi, girando a destra la casa Puttini, avrebbero raggiunto in due salti la strada di Boglia. Faceva già un po’ meno scuro; ciò era male per un verso ma era bene per cavarsela da quel labirinto di campicelli e di muricciuoli. Nessuno parlava. Il solo Pedraglio, qualchevolta, in-