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ombra e aurora 423

terra, non renitente nè abbandonantesi, con mani risolute e riguardose, se la collocò vicina sulla dormeuse, le cinse con un braccio le spalle, la strinse a sè, le parlò sui capelli, bagnandoli di poche lagrime ardenti che a quando a quando gli rompevan la voce: «Povera Luisa mia, no, non l’hai uccisa tu. Come vuoi che io pensi questa cosa? Oh no, cara no. Io ti benedico, invece, per tutto che hai fatto per lei da quando è nata. Io che non ho fatto niente, ti benedico te che hai fatto tanto. Non dir più, non dir più quella cosa! La nostra Maria...»

Un violento singhiozzo gli ruppe le parole ma subito l’uomo, con forte volere, si vinse, continuò.

«Non sai cosa dice la nostra Maria in questo momento? Dice: mamma mia, papà mio, adesso siete soli, ciascuno di voi non ha che l’altro, siate uniti più che mai, donatemi a Dio perchè mi ridoni a voi, perchè io sia il vostro angelo e vi conduca un giorno a Lui e stiamo insieme per sempre. La senti, Luisa, che dice così?».

Ella fremeva nelle sue braccia, scossa da sussulti violenti, col viso basso, resistendo a Franco che glielo voleva alzare. Finalmente gli prese in silenzio una mano e gliela baciò. Egli pure, allora, la baciò sui capelli. Poi gli sussurrò: «Rispondimi».

«Tu sei buono» rispose Luisa con voce accorata e debole «tu hai pietà di me ma non pensi